giovedì 29 marzo 2018

Apre il ghetto di Venezia

Tra gli abitanti della città prevalgono la paura e il pensiero conservatore, basta leggere la maggior parte dei messaggi circolanti su tweeter o instagram per rendersene conto. I veneziani hanno paura e non mostrano peli sullo stomaco verso soluzioni (all’esterno impopolari). “Sono un polo di deicidi, ricordiamolo. Se li lasciamo fare cancelleranno lo spirito cristiano dalla nostra città”, “capisco i loro problemi, ma non voglio essere invaso da chi non si riconosce nei miei valori”. Nonostante le proteste delle associazioni per i diritti umani, il Senato di Venezia ha preso una decisione ormai irrevocabile. Per i figli di Davide sarà segregazione a tutti gli effetti sebbene , secondo alcuni pareri illustri, sarebbe stata istituita per tutelarne la sicurezza. Bisogna ricordare che la convivenza tra cristiani ed ebrei non è certo recente nella repubblica lagunare. Gli israeliti sono presenti già da circa cinque secoli, e fine ad oggi (pur con diverse restrizioni) potevano risiedere in qualsiasi zona della città. Tuttavia la guerra contro la Lega di Cambrai, che ha causato una frenata dell’espansionismo veneziano sulla terra ferma, ha provocato un immigrazione in massa di cittadini ebrei sul territorio della Serenissima. Ora, secondo disposizione governativa, dovranno obbligatoriamente risiedere nell’area del cosiddetto Ghetto Nuovo, dove anni fa sorgevano le fonderie pubbliche. Luogo non allettante ma altamente strategico. In pratica un’isola, accessibile solo da due ponti, in corrispondenza dei quali sono situati pesanti cancelli che verranno costantemente sorveglianti. Gli ebrei potranno uscirne solo nelle ore diurne, con appositi segni distintivi. Vedremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi. Il vero timore è che sia solo l’inizio di una nuova ondata di provvedimenti analoghi in ambito europeo, nel nome del primato cristiano.

(29 marzo 1516)

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