Giustiziata Anna Bolena

Decapitazione anziché il rogo, una spada a colpire anziché una scure. E’ la clemenza di Enrico VIII verso una ex sposa di rango. Anna Bolena raggiunge Caterina D’Aragona, a differenza della quale non verrà rimpianta. La gente in strada rilascia dichiarazioni inequivocabilmente soddisfatte, prive di rimorsi. “Non era mai stata la nostra regina, questa è per lei la giusta fine”, “ci eravamo coperti di ridicolo, sopportare che fosse viva era difficile” e ancora “Una strega, solo una strega”. Non l’avevano mai amata, né le avevano mai perdonato di aver spinto re Enrico VIII a separarsi dalla chiesa di Roma per accoglierla come sua sposa, umiliando per giunta una sovrana timorata di Dio come Caterina. Dopo l’incoronazione di Anna nel 1533 i pettegolezzi sulla vita a corto avevano nutrito il gossip come mai era accaduto in Inghilterra. Sfarzo e lusso dominavano a corte, ma la vita dei due sovrani era turbolenta. Enrico feriva Anna con le sue ripetute infedeltà, lei era come sotto la peggiore delle maledizioni agli occhi del marito: non riusciva a concepire un figlio maschio.  “Nessun erede, morte per la mia stirpe. Di cosa sono colpevole davanti a Dio?” si era sfogato il re in una conversazione privata riportata su un noto quotidiano. Gli aborti spontanei si susseguivano, e tra di essi quello più chiacchierato dopo la morte e sepoltura della sua rivale Caterina. Su di lei piovve anche il sospetto di averla avvelenata (il cuore di Caterina aveva uno strano colore scuro). Quando il re rivolse l’attenzione verso la dama di corte Jane Seymour, diversi giornali espressero il timore di un epilogo tragico puntualmente verificatosi. L’accusa di alto tradimento, un processo infamante, quindi la prigionia nella torre di Londra. Infine il boia a porre fine ai suoi tormenti e alle paure. Alla vicenda sarà dedicato un approfondimento sul primo canale.

(19 maggio 1536)