venerdì 9 marzo 2018

Assolti i ribelli della Amistad

I sostenitori dei diritti civili esultano, i conservatori parlano di “ingerenza vergognosa”, la Spagna minaccia ritorsioni. Fatto sta che questa sentenza potrebbe rappresentare un piccolo passo verso un grande cambiamento. Molti ricordano l’ammutinamento della nave negriera spagnola Amistad, avvenuto nel Luglio del 1839. Decide di schiavi neri appartenenti all’etnia “mende” (Sierra Leone), inclusi donne e bambini, ammassati come bestie e maltrattati. I poveretti erano riusciti a prendere possesso dell’imbarcazione, uccidendo alcuni membri dell’equipaggio, e avevano chiesto di far rotta verso l’Africa. Furono però ripresi con uno stratagemma e condotti nello stato del Connecticut (dove è ancora legale la schiavitù). Nel processo per ammutinamento che ne è seguito la parola d’ordine sembrava “nessuna clemenza: persone considerate oggetti non avevano diritto a un gesto di ribellione, poco importava quali motivazioni li muovessero. Eppure l’opinione pubblica statunitense si schierò in maggioranza dalla parte di quei coraggiosi. Un ruolo fondamentale è stato svolto dal cosiddetto Comitato della Amistad, fin dall’inizio attivo per la liberazione degli imputati e l’abolizione della schiavitù. Innegabili i meriti di un membro del congresso, Josiah Willard Gibbs, nel prendere in mano la situazione. “Dio benedica il signor Covey, grazie a lui la strada è divenuta per così dire meno in salita” ha dichiarato Gibbs ai nostri microfoni. Si riferisce a James Covey, marinaio da lui individuato al porto di New York. Conoscitore della lingua mende, Covey si è rivelato un prezioso interprete nel fare da tramite tra marinai e congresso. Una prima vittoria è giunta nel gennaio 1840, quando la corte ha riconosciuto come gli schiavi siano stati catturati illegalmente, ed abbiano agito spinti dal legittimo impulso di libertà. Nonostante il successivo appello alla sentenza, sostenuto dal presidente USA Van Buren (timoroso di rovinare i rapporti con la Spagna e gli stati del sud) la sentenza è stata confermata. “Ora potranno tornare a casa come uomini liberi” prosegue Gibbs “ma pare che il governo non voglia sborsare un soldo per il viaggio. Una vasta colletta dovrebbe risolvere la situazione.

(9 marzo 1841)

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