sabato 7 aprile 2018

Inizia invasione italiana dell’Albania

Il re Vittorio Emanuele ha definito il territorio Albanese “un mucchio di sassi”, altri parlano del “ratto della propria moglie” perché l’influenza italiana sul piccolo stato adriatico è già da tempo un dato di fatto. Eppure Mussolini ha voluto puntare su un’azione plateale di invasione, atto in cui si legge la volontà di rispondere all’espansionismo dilagante di Hitler. La recente occupazione nazista della Cecoslovacchia, attuata senza avvisare in anticipo il Duce, è stata la molla che ha fatto scattare la mano militare. Da parte italiana era infatti percepito il rischio di una svalutazione della propria posizione nel patto d’acciaio. Ne era seguito l’ultimatum del 25 Marzo, respinto, in cui si imponeva al re Zod di accettare la definitiva colonizzazione in cambio di denaro. Sebbene l’ultimatum fosse stato tenuto segreto, la popolazione non credette alle rassicurazioni della casa reale. Sono diventati virali sul web i video delle manifestazioni anti-italiane di due giorni fa. Altri video hanno documentato, in quello stesso giorno, il sorvolo di 100 aerei italiani su città come Tirana e il lancio di volantini con scritte che intimavano alla resa. Oggi dalle minacce si è passati ai fatti. Un contingente di 100.000 uomini, sostenuti da 600 aerei, ha attaccato i porti albanesi incontrando la magra resistenza di soli 15.000 soldati. Dalle fonti risulta che il piano del re Zog sarebbe stato quello di resistere sulle montagne lasciando porti e città indifese, ma il piano è stato neutralizzato dagli ufficiali italiani presenti nel paese come istruttori. A questo punto la definitiva occupazione del paese, pur non facilissima per via della strenua resistenza (vedi la città di Durazzo) parrebbe raggiungibile nell’arco di pochi giorni. Ulteriori aggiornamenti a breve.

(07 aprile 1939)

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