La Francia sta per contribuire al progresso dell’umanità, in modo sinistro e forse ipocrita. Diretta conseguenza della recente rivoluzione. Ne hanno fatto le spese alcuni innocenti montoni, per gli esseri umani si è avuto il pudore di usare cadaveri. Per il momento, almeno, perché il meccanismo di cui parliamo i morti è destinato a produrne. Si sarebbe stabilito di chiamarla Ghigliottina dal nome del suo presunto ideatore, il dottor Joseph-Ignacie Guillotine. In realtà questo orrore, il cui scopo primario sarebbe la rapida ed indolore dipartita dei condannati alla pena capitale, non sarebbe nato da una sua idea. Egli infatti si è limitato a proporre nel 1789, all’Assemblea Nazionale, un programma in 6 articoli in base al quale la pena doveva essere uguale per tutti senza distinzione di rango del condannato. Nel 1791 si era pensato di abolire la pena di morte ma, stabilita in seguito la necessità di mantenerla, si è optato per la decapitazione. Una pena più confacente ai nobili in quanto non imprime sul condannato e sulla discendenza un marchio di infamia, a differenza dell’impiccagione che viene inflitta ai peggiori criminali (presente la crocefissione presso gli antichi Romani? Il concetto è quello) Qui entra in gioco il vero padre del marchingegno ossia Antoine Louis, membro permanente dell’Accademia di Medicina, che ne ha presentato una prima versione. Le foto sul nostro sito ci danno una prima impressione generale: una moderna macchina da decapitazione, con cui una lama obliqua (era circolare, poi sostituita da una più efficace) si abbatte sul capo del condannato precedentemente poggiato sul ceppo. Nessuno può assicurare che sia indolore, ma possiamo prevedere quanti nobili colli siano destinati a sentirne la lama.
(15 aprile 1792)
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