mercoledì 9 maggio 2018

Sconfitta di Nivelle

Niente da fare, un’azione lampo conclusa in un nulla di fatto. L’unico risultato è la perdita inutile di vite umane. Il nuovo comandante in capo delle forze armate francesi, Robert Nivelle, si era presentato con ambizioni ai limiti dell’utopia. Dopo gli esiti sanguinosi delle offensive di Verdun e della Somme, era deciso a concludere questa Grande Guerra con un attacco diretto alle linee tedesche. Un milione e duecentomila soldati coinvolti, settemila pezzi di artiglieria sul fronte da Roye a Reims. In un sms inviato da un giovane soldato alla propria famiglia traspariva l’entusiasmo per l’azione imminente “Ce la faremo in 48 ore. Combatterò tenendo nel cuore la speranza di tornare presto a casa”. In realtà, sebbene il piano fosse stato approvato dal primo ministro Ribot, pare che gli altri alti ufficiali lo disapprovassero. Quel che è accaduto dal 16 Aprile ha dimostrato che avevano ragione. Inizialmente la fanteria e i carri armati sono avanzati contro le difese tedesche, dopo l’iniziale bombardamento, ma la prima è stata falcidiata perché senza protezione e i carri distrutti prima di poter dare qualunque apporto. Qualche successivo avanzamento non ha sortito alcun effetto di rilievo, anche per la pioggia di fuoco generata dalla mitragliatrici tedesche MG-08. Si sperava in “soli” diecimila caduti, potrebbero essere oltre centomila,  per catturare qualche misero km di linee nemiche. Stando alle nostre fonti, i tedeschi erano già al corrente dell’attacco a causa di ritardi sulla tabella di marcia e mancanza di informazioni. Ora si prevede un’epidemia di diserzioni nell’esercito francese. “Ero orgoglioso di far parte di questo esercito, ora non lo sono più” ha dichiarato un soldato al nostro inviato sul campo “Possono andare all’Inferno”.

(09 maggio 1917)

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

Categorie

Contattaci

Nome

Email *

Messaggio *