domenica 10 giugno 2018

Fine della Prima Guerra Barbaresca

“Anche senza Sua Maestà possiamo esistere, ora abbiamo le prove!”, “Onore al coraggio dell’America!”, “Vi serva da lezione, selvaggi!”. Sui social è un tripudio di messaggi aggressivi e carichi di soddisfazione per quella che si può definire la prima vittoria USA al di fuori del proprio territorio. La giovane nazione si è fatta valere in un mondo bellicoso, dove vale il principio del cane mangia cane. A cadere sono le ambizioni di Tunisia, Algeria e Libia, nazioni nordafricane in cerca di una collocazione forte nello scacchiere internazionale. Divenute da due secoli autonome, sebbene formalmente parte dell’Impero Ottomano, queste tre nazioni si erano trovate a doversi sostenere economicamente da se. Nulla di più immediato che ricorrere all’azione dei corsari, anche contro navi nordamericane. Come sappiamo gli Stati Uniti, una volta ottenuta l’indipendenza, non poterono più contare sulla protezione della Royal Navy (che aveva raggiunto coi corsari un accordo di pace, seppur precario) e furono maggiormente esposti agli attacchi. Ne derivò la stipulazione di accordi con i vari Pascià, una sorta di “pizzo” annuo da un milione di dollari per evitare di essere disturbati nel Mediterraneo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta nel 1801 quando il Pascià di Tripoli chiese un aumento di 225.000 dollari per mantenere l’accordo. Il neo presidente Thomas Jefferson reagì mandando un gruppo di fregate a difesa dei mercantili USA, non ostacolato dal pascià (consapevole dell’inferiorità militare). Ma i problemi persistevano. Una squadra di varie unità raggiunse le coste del Nordafrica nel 1802. Nell’Ottobre dell’anno seguente tenne banco sui telegiornali la notizia dell’attacco corsaro alla USS Philadelphia, arenatasi durante un pattugliamento e caduta poi in mano agli assalitori dopo un lungo scontro a fuoco. La nave venne condotta al porto di Tripoli per essere usata come batteria difensiva, ma a Febbraio del 1804 il capitano Stephen Decatur jr. contrattaccò con la USS Intrepid e riuscì a riprendere il controllo della Philadelphia per poi affondarla. Quel che segue è già Storia per gli Americani. I marines assaltarono Tripoli,  a Giugno il capitano della Intrepid Richard Somers dette la vita nel vano tentativo di scagliare la nave riempita di esplosivo contro il porto per distruggere l’intera flotta nemica. “Non sarete morti invano” scrisse un marine su facebook. Così è stato. Il mese scorso la vittoria, con la presa via terra della città di Derna. Oggi il pascià firma la resa.

(10 giugno 1805)

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