lunedì 12 marzo 2018

Assassinato Joe Petrosino

Un martire della giustizia”, “vorrei non fosse vero, le persone oneste muoiono troppo presto”. Queste alcune delle dichiarazioni raccolte presso la comunità italo-americana di New York dopo la notizia della tragica morte di Joe Petrosino, ucciso da momentaneamente ignota mano criminale a Palermo la sera del 12 Marzo 1909. Petrosino è stato un icona ed un’istituzione, sia per la sua città sia  per tutti gli italiani che amano vedere nella propria nazionalità un motivo di orgoglio. Fama del tutto meritata, guadagnata col carattere ed il sudore della fronte. Nato in provincia di Salerno nel 1860 col nome di Giuseppe Petrosino,  emigra a New York nel 1873 stabilendosi con la famiglia nel sobborgo di Little Italy. Lavora come lustrascarpe, venditore di giornali, poi come netturbino, quindi la difficoltosa entrata in polizia nel 1883. La svolta nel 1895, quando l’assessore alla polizia Theodore Roosvelt appoggia la sua nomina a sergente. Si apre per lui il campo delle indagini a tutto campo contro la malavita italo-americana. Fino ad allora i criminali originari della Penisola, in particolare la spietata Mano Nera, avevano giocato sulla incomunicabilità linguistica tra immigrati italiani e forze dell’ordine per insediarsi e spadroneggiare. Ma Joe era un nemico che parlava il loro stesso idioma ed era deciso a non dar loro tregua. Abile, risoluto, duro. Molti i successi, con incarichi sempre più importanti. A Palermo, dove avrebbe assestato forse il colpo definitivo alla Mano Nera, la sua vita si è conclusa. Offerti 40.000 dollari a chi fornirà informazioni sui colpevoli, ma temiamo che il sentire omertoso vada oltre il portafogli.

(12 marzo 1909)

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